Vienna – Bratislava – Budapest: 2° Tappa – impressioni

Questa mattina per fortuna non piove.

La prima cosa che notiamo, guardando dalla finestra della nostra camera d’albergo è un nido di cicogna sopra ad un camino; per noi è un’emozione immensa perché è la prima volta che lo vediamo così da vicino, emozione che d’ora in poi rivivremo spesso, dato che in questo viaggio ne abbiamo visti parecchi.

Si riparte da Carnuntum percorrendo il viale fiancheggiato da splendidi pioppi, che da Vienna porta agli scavi di questo antichissimo paese e poi a Bratislava.

Sembra che questi pioppi, che ondeggiano al vento dell’est, ricordino quelli della via Appia, e la suggestione è tale che dietro ad ogni collina ci si aspetta di vedere una costruzione romana. Le origini dell’antica provincia romana di Carnuntum sono da ricercarsi assai indietro nel tempo. Già all’epoca degli Illiri e dei Celti questo punto era un incrocio fra due antichissime vie di comunicazione commerciali, quella che proveniva da ovest e andava ad est attraverso il Danubio, e la via dell’ambra che collegava il mar Baltico al Mar Mediterraneo. Per questi motivi, ai tempi dell’imperatore Tiberio, sorse qui un insediamento che portava per l’appunto il nome di Carnuntum (città della pietra).

Dopo questa particolare strada il paesaggio continua a rimanere sempre incantevole, con ampi spazi coltivati a grano e girasole.

Ci emoziona il passaggio della prima frontiera in bicicletta dall’Austria alla Slovacchia, emozione e sgomento vista la desolazione che contraddistingue questo posto di frontiera: l’inutilità di una barriera che non ha più senso di esistere.

Bellissima la pista che costeggia per qualche chilometro la strada principale e che poi ritorna nei pressi del Danubio per portarci a Bratislava. Il centro storico di Bratislava: una bomboniera! Non viene alla mente nessun’altra definizione; non abbiamo invece avuto il tempo di visitare la parte nuova di Bratislava, con i quartieri satellite che vedete anche nelle foto, e quindi possiamo solo riferirvi del nostro incanto nella parte vecchia.

Dopo Bratislava vale la pena di fare una deviazione dalla strada principale per andare a vedere la larghezza impressionante del Danubio presso la diga idroelettrica di Cunovo dove abbiamo visto un numero “esagerato” di cigni.

Un’altra emozione l’attraversamento della frontiera che divide la Slovacchia dall’Ungheria.

Una volta entrati in Ungheria, la prima cosa che ci ha colpito è il cambiamento della struttura dei paesi che qui si sviluppano in orizzontale senza alcun edificio più alto di un piano o poco più come, per certi versi, ci ha colpito il sistema di collegamento alla rete elettrica pubblica che potete vedere nelle foto. Per chi, come chi vi scrive, ha visitato per l’ultima volta questo Paese nel 1993, vedere che non è assolutamente cambiato niente in questo senso, suscita delle preoccupazioni legate alla condizione di vita dei suoi simili in questi territori , preoccupazioni che però potrebbero essere infondate o figlie dell’ignoranza. Chi invece viene da questa parti per la prima volta, potrebbe anche essere affascinato da quest’aria un po’ retro…..

Molto bello anche il paese di Mosonmagyaróvár, la più antica cittadina della regione, denominata anche “la porta dell’Ungheria”, caratterizzata da un’atmosfera barocca che riporta, con gli edifici bassi e i caffè con giardino che si affacciano direttamente sulla strada, un po’ indietro nel tempo.